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Il Sogno dell'Antico
Questa pagina approfondisce ciò che avvenne tra il Tempo e l'Antico, il piano per destinare il mondo ai Rettili, e la fine di questo progetto a causa dell'intervento del Divoratore.
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Il Tempo e l’Antico
L’Antico è stata la prima creatura vivente ad essere creata nel Tempo. E dal Tempo fu prediletto: non solo per la sua origine primigenia, ma anche per la sua nobiltà d’animo e il disinteresse per la competizione tra gli Dei. Mentre questi ultimi erano impegnati nella creazione di creature mortali da assoggettare o da cui farsi venerare, l’Antico rimaneva in disparte, tra le radici dell’Albero della Vita.
Dopo la Prima Guerra Divina, il Tempo parlò all’Antico. Gli mostrò un Futuro possibile: un mondo in perfetta armonia, abitato da creature che dominavano la terra, il cielo, il mare. Se fino ad allora gli esseri viventi originati dagli Dei si erano rivelati fallaci, colmi di difetti o facili preda del fanatismo, il Tempo stava progettando una nuova genìa, in modo da non ripercorrere gli egoismi del passato. In quel mondo ideale non ci sarebbe stato spazio per le guerre e le distruzioni, ma la vita e la morte sarebbero state unite in un ciclo più giusto, equanime. E anche gli Dei, alla fine, si sarebbero dovuti adeguare; e forse, senza più seguaci da cui mietere anime e preghiere, sarebbero scomparsi.
Per ottenere quel futuro ideale, il Tempo chiese aiuto all’Antico. Sarebbe stato lui a creare queste creature perfette, in modo da infondere in loro la medesima resistenza, saggezza e splendore.
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L’inizio
L’Antico sapeva che questo compito avrebbe avuto un prezzo da pagare. Generare qualcosa significa metterlo nel mondo, e la sua traiettoria sarà imprevedibile; nonostante questo, se ne mantiene la responsabilità. Ed era altrettanto cosciente che il futuro che gli aveva mostrato il Tempo era in realtà più un viaggio da compiere, che non una destinazione certa. Tuttavia, dopo tre giorni e tre notti passati a riflettere, l’Antico accettò: l’era dei Rettili stava per cominciare.
Il Tempo gli aveva dato la potestà sui mari, sui cieli e sulla terra. Per questo, l’Antico cominciò a riempire le acque e le foreste di anfibi, pesci e rettili. Essi non erano che il seme di qualcosa di più grande e completo: un mondo dove enormi rettili camminavano, nuotavano e volevano alla luce del giorno. Alcuni di questi giganti aprirono gli occhi, nelle terre più remote dell’Altrove, e i primi esemplari della stirpe dei Draghi dispiegarono le loro ali. Ma molto restava ancora da fare.
Con questo pensiero in mente, l’Antico - dopo molti giorni di lavoro - chiuse gli occhi. E cominciò a immaginare, a progettare; in una parola sola, a sognare. A metà tra il sonno e la veglia, tra il riposo e il pensiero attivo, l'Antico abbracciava con la sua mente sterminata interi mondi ideali.
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Il sogno dell’Antico
L’Antico sognava, e nel suo sogno gli oceani erano solcati da grandi creature, dotate di tentacoli e denti e pinne e fanoni; sulla terra risuonavano i passi pesanti di rettili giganteschi, a due e a quattro zampe, con denti aguzzi e lunghe code, zanne e artigli. Ma era nel cielo che l’Antico sognava i suoi figli più nobili, le cui forme erano diretta discendenza delle sue: i Draghi, creature alate e maestose, signori delle correnti d’aria.
Il sogno proseguì per lunghe notti, forse persino per un’era. E più il sogno procedeva, più le visioni si facevano grandiose, e le creature figlie dell’Antico prosperavano e si evolvevano. Rettili più piccoli si distanziarono dai loro titanici progenitori, acquisendo un’intelligenza superiore, un corpo bipede e una manualità operosa. Città di rettili, in perfetta simbiosi con la natura, sorsero a metà tra acqua, terra e aria; ad animarle vi era una tecnologia pura, mossa da fonti di energia naturale e priva di Entropia.
Il Tempo, che non dorme mai nemmeno quando tutti chiudono gli occhi, aspettava. Si appropriò delle visioni dell'Antico per creare un’altra linea temporale, parallela a quella attuale. In quel punto della storia, a partire da un sogno divino, si generò un bivio, la cui strada avrebbe condotto ad un altro universo. In quell’universo, infine, il sogno dell’Antico si sarebbe realizzato e il Tempo sarebbe potuto scorrere tranquillo, senza nessuno a minacciarlo.
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Il collasso e l’esilio
Ma mentre l’Antico sognava, e il Tempo lavorava ad una realtà alternativa, la storia dell’Altrove procedeva. E, forse, anche a causa della distrazione del Tempo gli Dei della Luce e della Tenebra decisero di precipitare le cose: si affrontarono in una nuova Guerra, che scosse tutto il creato. Gli altri Dei stavano a guardare, in una lotta che non era la loro, e così fece l'Antico. Il cielo andò in frantumi e, dalle crepe, entrò il Divoratore.
Il sogno dell’Antico si interruppe bruscamente, e il suo ruggito di rabbia si levò in ogni angolo del mondo. Tuttavia, la linea temporale a cui stava lavorando il Tempo si sgretolò. I grandi rettili scomparvero, la civiltà draconica che avrebbe dovuto ereditare il mondo finì. Tutti gli Dei si coalizzarono contro il Divoratore, e l'Antico era in prima linea, per inseguirlo nel cielo insieme ai suoi figli rimasti. Ma quando la guerra finì non vi erano che pochi superstiti: per i grandi Rettili non c’era più spazio, non c’era più tempo.
Fino a quando… [WIP]