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La Cosmogonia
Nessuno sa cosa ci fosse, prima dell’Oltreverso (oggi forse noto ai più come Universo) perché nessuno era presente per testimoniarlo; nemmeno il Cronista, il Dio che trascrive ogni cosa che avviene e ogni parola che viene pronunciata.
Prima di tutto, insomma, non c’era che nulla. Ma i teosofi e i sapienti ci dicono che l’infinito non resta mai vuoto troppo a lungo. Così come basta una scintilla per far scoppiare un incendio, o un’idea per creare una rivoluzione, è bastato un granello di polvere per dare vita ad un universo intero.
A questo punto, però, le teorie divergono. C’è chi dice che la prima cosa che ha riempito il vuoto fu il Tempo. Il Tempo creò lo Spazio - ovvero l’Oltreverso - come sua dimora, per potersi dipanare in tutta la sua meravigliosa complessità. Secondo altri avvenne invece l’opposto. Da quel granello di polvere che cadde nel vuoto si originò l’Oltreverso ma, nel distinguere il prima dal dopo, formulò il Tempo. Ragionare se sia nato prima il Tempo o lo Spazio è questione filosofica e paradossale. L’unica cosa certa è che il Tempo poi prese coscienza di sé, divenendo la prima Entità a regolare la vita sull’Oltreverso. Non un Dio, ma una necessità a cui anche gli Dei sono sottoposti. Tutto abbraccia, tutto attraversa.
Il Tempo guardò l’Oltreverso, ancora brullo e desolato, e decise di vedere fin dove e fino a quando si poteva svolgere. Pertanto creò gli astri, che regolassero lo scorrere delle giornate; la terra, su cui poter far nascere e morire e rinascere le piante; il mare, che con le onde e le maree divenisse la rappresentazione liquida di ciò che lui era. Iniziò la musica, misteriosa forma di se stesso. E per ognuna delle sue creazioni nacquero Dei, dentro al Tempo e sopra lo Spazio, signori dell’Oltreverso.
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L'Entropia
Ogni azione non è senza conseguenze. Quel granello che mise in moto la creazione fu una valanga il cui eco rimbomba tutt’ora. È un suono, basta addentrarsi in alcune grotte profondissime per sentirne ancora la vibrazione; l’Oltreverso è attraversato da un’energia che è invisibile come una nota musicale ma potente come il fulmine.
Questa energia, che della creazione conserva la forza straordinaria e imprevedibile, è chiamata Entropia. Spinto dall’Entropia, l’Oltreverso si allargò e, come un arazzo che si arrotola e si ripiega, le sue falde si avvicinarono o addirittura si sovrapposero. Intanto il Tempo divenne un fiume carsico che scendeva e risaliva, e nelle sue anse nacquero ponti tra epoche diverse. Ma ogni fiume lascia sedimenti tutt’attorno, e il Tempo non fa eccezione. Residui di possibilità mai colte, varchi verso altri luoghi e altri momenti; versioni alternative di una stessa cosa, solo leggermente diverse dall’originale. Vedere e plasmare l’Entropia era inizialmente prerogativa degli Dei, che la usarono per plasmare la materia in nuove forme.
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L'Altrove
Nacquero nuovi mondi, alcuni in modo spontaneo, altri per volontà divina. Al centro dell’Oltreverso, a contatto con ogni filo dell’arazzo e vicina ad ogni piega ed ansa, sorse l’Altrove: un mondo in cui l’Entropia è più elevata che in altri luoghi, e da cui è possibile raggiungere ogni angolo dell’Oltreverso, ogni suo punto spaziale o temporale. Dall’Altrove (o per l’Altrove) è facile creare Varchi Entropici. Chi lo controlla controlla l’accesso a tutto il resto, e ne può plasmare l’intera Entropia. Per questa ragione è un terreno neutrale rispetto alle varie contese degli Dei, che raramente vi mettono piede ma di cui, dai loro Piani, osservano con interesse ogni sviluppo.
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I Primi Dei
Così come il Tempo aveva preso coscienza di sé all’inizio della Creazione, varie Entità si risvegliarono mano a mano che l’Oltreverso si espandeva. Non è corretto dire, in base alle teorie teogoniche dei savi, che il Tempo abbia creato gli Dei. È più vero che, tramite l’azione del Tempo, gli Dei ebbero l’opportunità di concretizzarsi. Peraltro, i più inflessibili cronisti contesterebbero a questo punto della narrazione il termine stesso di Dio: un Dio è tale solo quando c’è un fedele che lo riconosce come tale e, all’inizio, non erano che esseri strettamente connessi alla creazione; solo in seguito assunsero il ruolo che gli viene attribuito attualmente.
Tra queste Entità, le primigenie sono quelle che ora definiamo Ancestrali: l’Albero della Vita, ovvero il primo albero che crebbe nella polvere, un semplice germoglio fatto crescere dal Tempo; sulla cresta del mare e nel riflesso delle onde apparve la Dama delle Maree; e dalla nebbia grigia formata dal respiro della prima morte uscì la Traghettatrice, che dai mondi vivi conduce nell’Aldilà. Insieme a queste Entità ne nacquero molte altre. Di molte non conosciamo i nomi perché, non avendo fedeli che li tramandassero, si sono dissolte o rimpicciolite, oppure semplicemente addormentate da qualche parte nell’Oltreverso. Altre, invece, torneranno più avanti nella nostra storia, con altri nomi e altri ruoli. Era un tempo mitico prima della Storia, dove non c’era differenza tra Divinità ed Eroi, e che noi possiamo soltanto immaginare.
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I Nuovi Dei
La prima creatura che si svegliò tra le radici dell’Albero, quando la vita si distinse dalla morte, fu un’enorme creatura coperta di scaglie, dotata di corna e artigli. Ora lo chiamiamo l’Antico, poiché c’è sempre stato e, forse, sempre ci sarà. Sulle fronde dell’Albero si appollaiò invece una grande aquila, chiamata il Monarca: dalle sue ali nacquero i venti che ancora oggi si rincorrono per il cielo. E nelle praterie correva libero il Bisonte, personificazione della forza e della terra. Alcune cronache dicono che un altro animale apparve in quel periodo, ma non negli spazi aperti e selvaggi degli altri. Quando il sole illuminò la finestra della casa della Traghettatrice, e il raggio disegnò un cerchio di luce sul pavimento, generò un Gatto acciambellato: questa è la ragione per cui questi animali, oltre ad amare il sole, sanno anche vedere ombre e presenze invisibili. Quando poi il Gatto uscì per la prima volta, per poco non venne scambiato dall’Antico per un pasto: per sfuggirgli si arrampicò sull’Albero della Vita, tanto che ancora adesso - quando un gatto arriva in cima ad un albero - non vuole più scendere, per timore dei Draghi. Il Tempo e la Dama delle Maree generarono le Muse, coloro che per prime cantarono e danzarono, ed insegnarono gli altri a farlo; l’altro figlio maschio del Tempo, forse nato dalla Traghettatrice, era invece il Cronista, con cui ebbe principio la Storia. Dalla prima strada, tracciata dicono alcuni dal Bisonte e altri dal Tempo stesso, arrivò il Cieco Viandante; il Fabbricante prese la vita dalle vene di metallo sotto il sedimento di intere geologiche. E per la polvere che ormai si sedimentava ovunque la Donnina iniziò a spazzare l’intero mondo, ogni dimora divina e ogni tana dei primi animali, tanto che - si dice - sarà proprio la Donnina della Polvere a trovare il primo granello che diede vita all’Oltreverso. Le case degli Dei e degli eroi si popolarono di voci, di sogni e di vagiti; come in una reazione a catena, ogni vita ne generava altre. Per rimediare alla confusione dei pargoli divini, la Dama delle Maree prese un tronco che galleggiava e ne creò un’anziana signora, curva e nodosa. Ella è la Nutrice, la balia degli Dei e la protettrice degli infanti: ad ogni neonato sotto la sua protezione regala un anno in più di quello che il Tempo ha previsto inizialmente, e per questo a lei rivolgono preghiere le madri di tutto l’Oltreverso.
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La Luce e la Tenebra
Tra tutte le Entità emerse in quel periodo, stando ad alcuni testi apocrifi, una era quella che più di tutte padroneggiava il Tempo. Si faceva chiamare il Maestro. Gli altri lo guardavano con rispetto per la grande saggezza, per la sagacia e per la sua abilità creatrice. Fu lui a guidare inizialmente il manipolo di Dei, poiché capiva lo sviluppo dell’Oltreverso e ne arrivava a prevedere ogni cambiamento. Egli fondò un’assemblea di tutte le Entità, il Parlamento Divino, e in cui ognuno aveva diritto di parola. Il Maestro, di fronte alle tante lusinghe e accecato dall’ambizione, iniziò a spingere il suo potere in direzioni sempre più pericolose, corrompendo la materia e usando l’Entropia per esperimenti sacrileghi. Egli assunse così il nome con cui lo conosciamo tuttora, il Marcescente. Non fu l’unico, in quel periodo, a voler sempre di più. Di fronte al caos sprigionato dall’Entropia e dal continuo rimescolarsi della realtà, ci fu chi intravide una possibilità di migliorare il proprio ruolo all’interno del Parlamento Divino: fu la Tentatrice, abile manipolatrice di menti, capace di sedurre con sussurri e promesse di potere. Un’altra Entità, invece, vide il disordine dilagare in un Oltreverso in cui ognuno si sentiva libero di creare, proporre, vivere. Egli mascherò il suo volto, tanto che nessuno conosce il suo antico nome, e divenne il Tiranno: la violenza, la guerra e la costrizione erano il suo modo per rimediare alle storture, e tramite cui intendeva sottomettere tutti i mondi. Le tre Divinità dell’Oscurità si allearono, per sferrare il loro attacco e impadronirsi prima di tutto dell’Altrove: in questo modo avrebbero avuto facile accesso all’intero Oltreverso.
Tre altre Divinità si levarono a sbarrare loro il passo. Erano la Luminosa, Dea degli astri e della verità: il sole e la luna sono i suoi occhi, e nei capelli tiene le stelle; con la sua luce può illuminare la verità, scaldare gli animi e dissolvere le impurità. Al suo fianco si schierò subito il Baluardo, antico compagni d’armi del Tiranno nonché l’unico che potesse tenergli testa nell’arte della guerra. Il Baluardo giurò di fronte a tutti che non avrebbe mai consentito al Tiranno di procedere con il suo piano di conquista, e alla libertà e alla vita altrui dedicò la propria libertà e la propria vita. Alla Luminosa e al Baluardo si aggiunse infine l’Architetto, un tempo allievo del Maestro prima che divenisse Marcescente, geniale patrono della costruzione e dell’illuminato progresso tecnologico. Era iniziata la Prima Guerra degli Dei.
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La Prima Guerra Divina
Le due parti rimasero a lungo in stallo; sul perché la situazione precipitò, le versioni differiscono da culto a culto. Alcuni sostengono che la Luce volle evitare ogni rischio e attaccò per prima, altri insinuano che furono proprio queste Divinità a voler impossessarsi dell’Altrove ed eliminare gli avversari; la teoria più accreditata è comunque che le Divinità dell’Oscurità cercano di schiacciare gli avversari e procedere con il piano di conquista. In generale, ogni chiesa tende ad incolpare quella opposta per aver portato l’Oltreverso sul baratro della dissoluzione. In ogni caso le Divinità della Luce e quelle dell’Oscurità si risolsero a combattersi una volta per tutte. Si diedero appuntamento sulle vette dell'Monte Avesta, ancora oggi in rovina, e lì avrebbero stabilito chi avrebbe vinto e chi invece sarebbe stato esiliato nel Vuoto. Le Divinità Ancestrali rimasero a guardare, preoccupate o forse interessate, ognuna con le proprie preferenze; persino il Tempo si fermò.
La Luminosa affrontò la Tentatrice, ed entrambe lottavano per l’anima dei mortali. Il loro fu uno scontro tra purezza e corruzione, tra verità e inganno. Il Baluardo duellò contro il Tiranno, la spada si incrociò con la mazza ferrata, gli scudi si ruppero e il sangue divino sgorgò per la prima volta. L’Architetto si oppose al Marcescente, l’allievo contro il maestro, in una gara di pensiero e di immaginazione, di possibilità teoriche che misero sottosopra la realtà.
Nessuna delle due fazioni, però, riuscì a piegare l’altra. Ferite e indebolite, le sei Divinità non vollero comunque rinunciare alla sfida. Si prepararono ad un nuovo, ultimo assalto, che avrebbe determinato la vittoria o la sconfitta, ma forse anche la fine dell’Oltreverso. Il Tempo non poteva permetterlo, perché avrebbe voluto dire ricominciare da capo, e l’unica legge che il Tempo rispetto è quella di andare sempre avanti. Si frappose tra le due fazioni, bloccando gli Dei e respingendoli. Non potendo superare il Tempo gli Dei si ritirarono, seppur controvoglia, e la tregua fu imposta. Il Tempo, forse con sollievo, ricominciò a scorrere. Ma qualcosa era cambiato, qualcosa che il Cronista appuntò nella prima riga della prima pagina del suo primo libro. Il Tempo era entrato nelle vicende dei mondi, la Storia era iniziata.
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Le Creature Viventi
Fino a quel momento, le Entità nate nell’Oltreverso erano come immortali, e compartecipavano all’Entropia. Ma l’intervento del Tempo non solo bloccò lo scontro tra gli Dei, ma anche ne limitò l’accesso all’Entropia e ne ridusse i poteri. Tuttavia, poiché il Tempo teme il Vuoto, lasciò loro la possibilità di dare forma alla vita. Il suo scopo, per quanto sia impossibile comprendere l’agire del Tempo e forse persino eretico, era quello di dare modo agli Dei di ravvedersi e vivere in armonia. Ma gli Dei, spaventati dalla possibilità di scomparire ora che avevano meno controllo sull’Entropia, cercarono invece di creare fedeli e adoratori; oppure, presi dalla smania, vollero saggiare i limiti dell’Oltreverso. Nacquero così le prime razze. Gli Elfi furono i primi, secondo un piano formulato prima che il Tempo entrasse nella creazione; per questa ragione sono, dunque, imperituri. Il Fabbricante forgiò Nani e Gnomi; dalla dispersione dell’Entropia in seguito alla Guerra si originarono, per generazione spontanea, le Fate.
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La Terza Generazione degli Dei
È a questo periodo che si fa risalire la tradizione delle Tre Sorelle, Entità minori che guardavano con invidia i poteri delle altre. Due di esse tentarono di ribellarsi, una sfidando le Muse e l’altra attentando all’Albero della Vita per succhiarne la linfa; entrambe vennero trasformate in mostri e la terza, forse anch’essa coinvolta, si rifugiò nelle paludi. Le conosciamo adesso come la Tessitrice, la Maledetta e la Sibilante, e indirettamente la loro azione portò alla nascita dei Folletti.
Con l’aumentare delle razze, aumentarono anche i problemi. Cominciarono le invidie, le prime scaramucce, le malattie, i pianti dei bambini e dei moribondi. Ma dove c’è crisi c’è fede, e nuove divinità acquisirono ruoli che si affiancarono ai precedenti. Venne la ricchezza, incarnata dall’Opulento, e dunque il furto con il Ladro; uno degli studenti del Cronista, il più ligio e - dicono i maligni - il meno fantasioso, fu chiamato a scrivere le prime leggi in qualità di Giudice. Inoltre le Creature avevano scoperto che, dormendo, potevano superare le barriere tra i mondi. Il primo che vi riuscì si immerse nell’Entropia al confine con l’Altrove, e divenne il Sonnambulo, patrono dei sogni e degli incubi. In questo florilegio di vita, non tutti gli esperimenti si possono definire riusciti. L’Entropia, costantemente sollecitata, aveva reazioni imprevedibili e gli Dei, tra tutti il Marcescente, non si risparmiavano. Simbolo di questo caos fu il Multiforme, creatura deformata e condotta dal Ladro al Parlamento Divino; altre razze nacquero, come i Vampiri e i Mannari.
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Il Piano del Tempo
Il Tempo scorreva in silenzio tra tutti, ma aveva in realtà una direzione nascosta, quella che potremmo definire un’intenzione. Deluso dalle vicende della Guerra Divina, assisteva ora all’egoismo delle Divinità che riempivano i loro Piani e l’Altrove di creature che li adorassero. L’unico che si rifiutava di partecipare alla creazione era l’Antico. Egli era stato il primo essere vivente, e a parte piccoli rettili e anfibi nati ai piedi dell’Albero della Vita, non chiedeva di essere il patrono di nulla. Egli bastava a se stesso, e si era chiuso in una silente neutralità. Il Tempo si recò nella sua grotta, e gli chiese di creare lui delle creature che potessero ereditare, un giorno, l’intero Oltreverso: sagge e potenti, che compartecipassero a più Elementi e a più nature. L’Antico infine accettò, e diede forma a molte specie. Una, la più nobile, era quella a sua immagine e somiglianza: i Draghi che, proprio come Lui aveva visto la vicinanza tra la vita e la morte, potevano incarnare entrambi. Erano la congiunzione tra la luce e il buio, tra la creazione e la distruzione; dalla sua bocca uscivano acqua e fuoco, terra e aria, e potevano abitare indifferentemente cielo e terra, mare e vulcani. Creò anche enormi rettili, veri e propri titani che camminavano in un gran numero di mondi. Sembravano destinati, un giorno, a diventare i padroni di tutto l’Oltreverso: sarebbero diventati esseri senzienti, non più animali bensì dotati di libero arbitrio, capaci di parlare e di creare, persino una tecnologia basata sui rettili. Così doveva andare la Storia dettata dal Tempo. Invece qualcosa successe, qualcosa che non si poteva prevedere, e la Storia cambiò.
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La Seconda Guerra Divina
L’Oltreverso era divenuto ampio e popoloso, il Parlamento Divino affollato. Le tensioni tornarono ad aumentare, poiché ogni Divinità aveva i suoi obiettivi, i suoi segreti, i nemici e le alleanze. Le Divinità dell’Oscurità volevano tentare ancora una volta di conquistare l’Altrove, ora più che mai: solo in questo modo avrebbero riassunto il potere precedente, sfidare gli altri Dei e finanche il Tempo. Un duello con le forze della Luce, tuttavia, si era già dimostrato fallimentare. Il Tiranno ricevette la visita della Tentatrice e del Marcescente e, unendo le forze, plasmarono legioni di Demoni. A questa minaccia gli Dei della Luce reagirono con forza e, dall’inchiostro della Luminosa, nacquero gli Angeli. Lo scontro fu totale, coinvolse l’intero Oltreverso e le altre razze. Molti combatterono, e lo stesso fecero gli altri componenti del Parlamento Divino. La realtà stessa venne strappata in due, l’Entropia scossa fin nelle fondamenta. Prima che se ne rendessero conto, il tessuto tra i mondi si ruppe. Fu solo un attimo, un taglio minuscolo, ma fu sufficiente per fare entrare il Vuoto che esiste oltre i confini dell’Oltreverso.
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Il Divoratore
I cieli di ogni mondo, di ogni Dimensione e di ogni Piano si coprirono di crepe, e meteore di nulla piovvero al suolo. L’intero Oltreverso rischiò di collassare, e un’Entità potentissima chiamata il Divoratore entrò insieme alla sua progenie: più che lo Spazio, però, essi volevano inghiottire il Tempo, poiché solo eliminandolo avrebbero conquistato l’eternità. Di fronte a questa minaccia tutti gli Dei abbandonarono i conflitti. Marcescente e Architetto collaborarono ancora una volta, per chiudere lo strappo; il Tiranno guidò l’assalto mentre il Baluardo proteggeva gli inermi; la Luminosa e la Tentatrice contrastarono gli effetti nefasti del Vuoto. E così tutti gli Dei fecero muro comune, finché il nemico fu debellato. Del Tempo, però, non vi era più traccia. Esso si era nascosto in una Ruota, misteriosa forma senza fine, e lì è tutt’ora; per questa ragione gli orologi sono tondi, le clessidre sferiche. Da allora le creature non possono parlargli direttamente, ma solo misurarlo. Nemmeno il Parlamento Divino conosce la reale ubicazione della Ruota.
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Gli Umani
Esiliato il Divoratore, ma non la sua progenie che ancora è nascosta tra le pieghe dei mondi, la polvere del conflitto si depositò su un Oltreverso mutato. I grandi rettili sognati dall’Antico si erano estinti quasi totalmente, solo pochi superstiti avevano trovato rifugio in caverne e luoghi incontaminati. Un’altra specie si era invece originata, non si sa a parte da qualche animale o evento avvenuto tra le foreste durante il conflitto. Erano gli Umani. C’è chi sostiene che si tratti di una razza creata per errore, o forse animali bipedi che entrarono in contatto con il Vuoto - cosa che spiegherebbe le loro molte debolezze, ma anche un’incredibile capacità di adattarsi, di creare e di distruggere. Altri invece ritengono che abbiano respirato Entropia purissima, cosa che ha conferito loro pregi e difetti. Di certo il Tempo non è mai stato tenero con loro, ma non per questo si sono scoraggiati. Anzi, a ben vedere, non possiamo nemmeno essere certi che questo non fosse il piano del Tempo fin dall’inizio. Ora gli Umani sono la razza che più di tutte ha colonizzato l’Oltreverso, fino ad arrivare all’Altrove. E, grazie all’Entropia o grazie al Vuoto, sta facendo muovere la Ruota del Tempo, verso un nuovo futuro, o forse per tornare al passato.
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La Tregua Senza Tempo
Per evitare che un incidente del genere capiti ancora, Luce e Tenebra siglarono ufficialmente una tregua davanti al Giudice: mai più si sarebbero affrontati in modo diretto. I loro seguaci sono stati dichiarati liberi di seguire il proprio arbitrio, cosa che consente alla guerra di proseguire ma senza una diretta responsabilità delle Divinità. Ognuno è libero di aderire ad un culto e cercare di portare avanti la missione divina, o combattere al posto loro in modo da evitare di infrangere la Tregua o, peggio, l’Oltreverso stesso. Il conflitto tra Dei adesso si misura soprattutto nel numero di seguaci, cosa che determina il rango divino all’interno del Parlamento Divino. Nessuno, comunque, ha rinunciato ai propri piani. La Luce continua a difendere la libertà dell’Oltreverso, la Tenebra a volerlo sottomettere; alcuni Dei vogliono far evolvere le civiltà e progredire con nuove scoperte, sfruttando l’Entropia, mentre gli Ancestrali sognano di tornare ad un tempo in cui l’Entropia era equilibrata, e il conflitto tra Luce e Tenebra assente. Il premio in palio è la conquista dell’Altrove, e l’accesso all’Entropia. Anche gli Dei minori sono coinvolti, non solo perché occasionalmente si schierano con una fazione o con un’altra, ma anche perché sognano di scalzare gli Dei più potenti. Le alleanze, i nemici e gli obiettivi divini sono vari e molteplici. Anche l’odio verso il Divoratore che preme ai confini della realtà è più che altro una facciata: il Vuoto è l’unica cosa che può spazzare via gli Dei avversari o addirittura rintracciare, come un segugio, la Ruota del Tempo - e chiunque metta le mani su di essa, potrebbe dominare il Tempo stesso